Chiesa Parrocchiale dei Santi Fermo e Rustico – Presezzo

La chiesa con orientamento a sud, si presenta in stile palladiano, anticipata da un ampio sagrato con pavimentazione in pietra. La prima pietra di un nuovo edificio di dedicato ai santi Fermo e Rustico fu posata il 9 agosto 1875 dal vescovo Pietro Luigi Speranza. Con decreto dei 27 maggio 1979 del vescovo di Bergamo Giulio Oggioni la chiesa fu inserita nella vicaria locale di Mapello-Ponte San Pietro.La facciata è anticipata dal pronao a tre campate con colonne coronate da capitelli d’ordine corinzio che sorreggono l’architrave e il grande timpano triangolare. Lesene e contro-lenese laterali reggono la trabeazione. Lateralmente due corpi che si raccordano con il gruppo centrale con cornici. La parte superiore presenta il gruppo in pietra che rappresenta il Redentore con due angeli e i santi Fermo e Rustico a cui la chiesa è intitolata.

La parte superiore della facciata termina con la gronda dove è posta sulla parte superiore angeli che reggono il calice e la croce. Internamente la chiesa si presenta a unica navata che si sviluppa su quattro arcate con la volta a tutto sesto illuminata da tre finestre che si uniscono alla volta con le strombature. L’aula ha gli altari dedicati alla Madonna del Santissimo Rosario, al Sacro cuore di Gesù e all’Immacolata concezione. Il presbiterio a cui si avvede da cinque gradini con copertura da tazza circolare è completo del coro absidale con copertura a volta.

Tra le fonti di carattere generale, la chiesa di Presezzo è attestata fin dall’inizio del XIV secolo. Al sinodo diocesano del 1304 infatti, compare con un suo rappresentante: il “presbiter Iunius” (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore attestazione di questa chiesa in località Presezzo risale al XIV secolo e precisamente a una serie di fascicoli che registravano le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi; un’ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riportava una “nota ecclesiarum”, delle chiese e monasteri di Bergamo, specificandone le rendite e la tassa, e nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte troviamo attestazione della chiesa di San Fermo di Presezzo, inserita nella pieve di Terno. Dall’attestazione dei redditi ricaviamo che nella chiesa di San Fermo erano censiti due benefici (Nota ecclesiarum 1360).

La parrocchia di Presezzo restò compresa nella pieve di Terno anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro, in occasione del II sinodo diocesano del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Terno risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Il 30 settembre 1575, l’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, visitando Presezzo, trovò circa 210 parrocchiani, di cui 180 da comunione, con un sacerdote parroco, dal quale dipendeva anche la chiesa intitolata a San Dalmazio in località Caversenio.

L’unica scuola annotata era quella del Santissimo Sacramento (Visita Borromeo 1575). Nella visita pastorale del vescovo Barbarigo, la parrocchia di Presezzo figurava con una rendita annua di 60 scudi. Il clero era composto da tre sacerdoti e da un chierico. Le confraternite presenti erano, oltre a quella del Santissimo Sacramento, quella del Rosario e la scuola della dottrina cristiana (Montanari 1997). Nel 1667, la chiesa parrocchiale compariva con l’intitolazione ai Santi Fermo e Rustico. Aveva tre altari, a cui erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Gli oratori compresi nei confini della parrocchia, erano quelli dedicati alla Concezione della Beata Vergine Maria e a San Giovanni Battista. Il clero era costituito dal parroco, da un altro sacerdote e da due chierici. Le anime in tutto erano 352, di cui da comunione 238 (Marenzi 1666-1667).

Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Presezzo risulta inserita nella vicaria di Mapello, nel 1784 era vicario foraneo il parroco di Brembate Sopra (Stati del clero 1734-1822). In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, in data 2 maggio 1781, il parroco annotava che la chiesa parrocchiale era stata rifabbricata nell’anno 1475 e consacrata il 27 aprile 1625, dal vescovo Cornaro e ulteriormente ricostruita e riconsacrata rispettivamente negli anni 1743 e 1758. Gli altari erano tre e al terzo, dedicato a Sant’Antonio abate, era istituita la scuola della dottrina cristiana. Nell’oratorio di Santa Maria Maddalena era invece istituita la scuola dei disciplini. Alla cura delle 575 parrocchiani, di cui comunicati 384, erano incaricati, oltre al parroco, altri due sacerdoti (Visita Dolfin 1778-1781).

Nel 1861,la parrocchia dei Santi Fermo e Rustico, figurava sottoposta alla giuridizione del vicariato di Ponte San Pietro. I parrocchiani erano 902 a cui stati deputati un parroco, un coadiutore parrocchiale e due cappellani (GDBg). Intorno alla fine del XIX secolo, secondo le guide ufficiali della diocesi, passando la sede della vicaria da Ponte San Pietro a Scano, la parrocchia di Presezzo, dovette afferire a quest’ultima; tale situazione perdurò fino al 18 gennaio 1932, data in cui il vescovo Marelli ristabilì la parrocchia di Ponte San Pietro sede di vicaria (decreto 18 gennaio 1932). Il 9 agosto 1875, il vescovo Pietro Luigi Speranza procedeva alla posa della prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, che fu solennemente consacrata il 21 ottobre 1894, dal vescovo Gaetano Camillo Guindani con l’antico titolo dei Santi Fermo e Rustico (Pagnoni 1992).

Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia dei Santi Fermo e Rustico di Presezzo fu aggregata alla zona pastorale IX, insieme alle parrocchie della vicaria di Ponte San Pietro e Mapello, eccetto le parrocchie di Palazzago e Burligo gravitanti sulla Valle Imagna (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi è entrata a far parte del vicariato locale di Mapello-Ponte San Pietro (decreto 27 maggio 1979).

 

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