Santuario della Beata Vergine della Costa San Gallo – San Giovanni Bianco Valle Brembana

La Parrocchia di Santa Maria Assunta in San Gallo (Comune di San Giovanni Bianco) comprende, oltre alla località San Gallo che fino al 1928 costituiva Comune autonomo, una serie di borgate sparse nel circondario, sorte per motivi socio-economici legati alla prevalente attività agrosilvo-pastorale della zona. La storia della Parrocchia nasce nei primi secoli del secondo millennio, quando per motivi di carattere demografico e di sostentamento, la gente si sposta dalle zone più popolose della pianura intorno alle città e comincia a popolare le zone pedemontane. Il fenomeno è incentivato anche dal convincimento della minore esposizione rispetto alle conflittualità locali ed alle periodiche invasioni ad opera di altri popoli. Acquisite le condizioni di vita essenziali (permanendo tuttavia nella miseria del tempo), si attivavano per costruire luoghi di culto legati alla tradizione Cristiana. Contestualmente realizzavano anche un edificio ad uso abitativo, onde ottenere dall’autorità l’assegnazione di una figura religiosa.

 

 

Ed è così avvenuto anche per la Parrocchia di San Gallo dove si è edificata una Chiesa, con la presenza stabile di un Parroco, fino a pochi decenni fa coadiuvato anche da almeno un altro Sacerdote. Nel tempo si sono costruite Santelle e piccoli Oratori nelle borgate più popolose. Quando la Parrocchia si estendeva alla territorialità del Comune di San Gallo fino alla sponda idrografica sinistra del Fiume Brembo, tra le altre facevano spicco le Chiese “secondarie” di San Rocco, in località Mulini (sulla sponda del Fiume Brembo) e dei Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, in località Piazzo; inoltre, nelle vicinanze della località “Callagagno” era presente un Convento di PP. Cappuccini.

 

 

 

Di queste specifiche realtà, nate nel 17° secolo, sussiste oggi solo qualche frammento; la chiesa dedicata a San Rocco è stata demolita nei primi anni del 20° secolo, in quanto inglobata in un complesso produttivo: è visibile un affresco di facciata, organico alla muratura di un edificio industriale. La Chiesetta dei Santi Francesco e Caterina è stata sconsacrata da almeno un secolo; utilizzata per anni come deposito, è attualmente vuota ed abbandonata. Il Convento dei Cappuccini è stato abbandonato alla fine del 19° secolo e trasformato in case di abitazione; si è conservata la Chiesa, posta nelle immediate vicinanze dell’Ospedale costruito negli anni ’50. La storia del Santuario della Madonna della Costa (qui trattato) ha origini anteriori, più precisamente nell’anno 1492 ed ha sicuramente avuto migliore attenzione rispetto a quanto descritto. Con ogni probabilità per la storia che annovera un prodigio, ma forse anche perché territorialmente rimasto nell’ambito della realtà Parrocchiale di San Gallo, a differenza degli altri luoghi sopra descritti, che entrarono invece a far parte della Parrocchia di San Giovanni Bianco.

 

 

 

Il culto della Madonna della Costa inizia storicamente il 4 aprile 1492 con un prodigio manifestatosi in una casa privata su un quadro che raffigura la Vergine con il Bambino in braccio; si narra che già nelle settimane immediatamente successive, diverse persone poterono beneficiare di eventi miracolosi inspiegabili. Ebbe inizio quindi la venerazione. Per andare incontro alle sempre crescenti richieste di fedeli interessati al culto che in questi cinque secoli ha elargito (e tuttora elargisce) molteplici benefici, come testimoniato dai numerosi “ex voto” presenti nel Santuario, la Parrocchia ha maturato l’idea di postare un sito sul web. La decisione nasce da richieste sempre più crescenti di singoli e gruppi di fedeli che giungono al Santuario o chiedono di poter effettuare un pellegrinaggio. Questo documento, corredato anche da grafici, fa parte di un insieme di atti, ciascuno dei quali tratta una materia specifica legata al Santuario, che (si spera) possa risultare utile ad acquisire notizie che consentono al pellegrino di apprezzare appieno tutte le peculiarità del luogo di culto anche attraverso una visita di poche ore.

 

 

Il complesso del Santuario si trova nel Comune di San Giovanni Bianco nella zona orientale del territorio; posto su un promontorio che domina una parte della media Valle Brembana, ed è visibile da ben sette Parrocchie del circondario. La zona è accessibile con mezzi sia da San Giovanni Bianco e sia da Dossena, e quindi anche dalla Valle Serina. Da San Giovanni Bianco è anche agevole il percorso con autobus ed esiste un servizio di trasporto pubblico con fermata a pochi metri dal Santuario. E’ possibile accedere al Santuario anche attraverso un percorso pedonale.
Nelle vicinanze del Santuario vi sono anche altre importanti realtà storiche a carattere religioso e non, quali la Chiesa di San Giovanni Bianco, dove è presente da oltre cinque secoli una Spina della Corona che ricorda la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo; una dozzina di altre Chiese secolari ricche di opere artistiche, alcuni borghi medievali tra i quali Oneta con la casa di Arlecchino ed il Cornello dei Tasso con le vestigia della famiglia che “inventò” il servizio postale ed annovera l’autore della “Gerusalemme Liberata”, alcuni importanti musei ed opere monumentali. A livello logistico, nei pressi del Santuario è presente una struttura ricettiva, oltre ad un locale di ristoro ed un piccolo negozio di alimentari. Sul lato est del Santuario vi è uno spazio di parcheggio.

 

STORIA DEL SANTUARIO

Immediatamente dopo il prodigio del Quadro, viene realizzata una piccola Cappella sul lato nord della “Stanza del Miracolo” che si trova al piano primo del fabbricato adiacente. Con ogni probabilità la “Stanza” è stralciata dalla casa di cui faceva parte e diventa luogo di culto, collegata da una scala interna direttamente con la nuova Cappella edificata. La storia accenna di numerose persone che giungevano da borgate e paesi vicini, ma anche da località più lontane, nel comune intento di preghiera volto ad ottenere una Grazia, ma anche più frequentemente e semplicemente per una devozione finalizzata a ritrovare se stessi o una serenità smarrita. Certo è che nei mesi successivi al Prodigio (la storia riferisce del mese di agosto di quello stesso anno) si inizia la costruzione della pima Chiesa con il porticato esterno, che si sviluppa sul lato est della prima Cappella. Il Quadro era comunque conservato nella Stanza del Miracolo al piano superiore.

 

 

Le ricerche relativamente a questa seconda costruzione non sono sufficientemente precise; pare che la costruzione sia stata comunque abbastanza difficoltosa e lunga, tormentata anche da un cedimento delle strutture in lato nord, come tutt’ora testimoniato dalla deformazione del muro di sostegno del portico esterno e dello stesso muro settentrionale della Chiesa. La successiva trasformazione di questo corpo di fabbrica non consente di comprendere appieno quale struttura presentasse in elevazione, ma il richiamo dell’arco posto sulla facciata est sopra il porticato sembra richiamare la struttura della volta della Cappella originaria, per cui si ritiene che l’altezza interna della seconda Chiesa dovesse essere allineata alla citata volta. Contestualmente alla costruzione di questa prima Chiesa, si realizza anche la torre campanaria (tutt’ora esistente) in pietra naturale lavorata, arte questa di grande tradizione a San Gallo, tramandata fino alla seconda metà del 20° secolo.

 

 

 

Gli “scalpellini” di San Gallo erano famosi anche al di là dei confini lombardi e venivano chiamati anche in posti lontani per la loro maestria. La loro opera si trova anche in importanti monumenti di Venezia e di altre città e perfino in Svizzera. In diverse località di San Gallo è tutt’ora riscontrabile il segno di “cave di pietra da costruzione”. Anche la nuova Chiesa è stata realizzata con pietra naturale lavorata, anche se solo in parte, come testimoniano le pietre angolari, mentre la parte restante delle murature (coperte di intonaco) depongono per una tipologia di costruzione più economica. Degne di nota sono le pietre lavorate incastonate nella muratura a sostegno della struttura del portico esterno; lavorate a forma di “rostro”, contengono la trave di appoggio dei travetti ed hanno un’importante funzione strutturale, contrastando efficacemente lo “scivolamento” della struttura inclinata della copertura. Come si evince dalla ricostruzione grafica, la nuova Chiesa aveva una superficie interna netta di circa mq. 110 e l’originaria prima Cappella era stata trasformata (presumibilmente) in Presbiterio della nuova Chiesa. La profonda trasformazione seguita non consente di ricostruire fedelmente l’aspetto della Chiesa. Secondo un’interpretazione logica, si può ritenere che l’ingresso dovesse essere in posizione centrale ed è stato spostato nell’ambito della successiva trasformazione unitamente alla scala. Non vi sono segni di un secondo ingresso laterale, forse presente sul lato sud in prossimità del Presbiterio.

 

 

Le tre finestre tutt’ora presenti sul porticato presentano caratteristiche che depongono per una realizzazione in epoca diversa; le due in lato nord hanno infatti caratteristiche dell’inferriata e dei contorni in pietra diverse rispetto a quella in lato est a destra dell’ingresso. E’ ipotizzabile che fossero presenti altre tre aperture simmetriche alle prime, sui lati est e sud. La costruzione di questa prima Chiesa è comunque abbastanza travagliata, al punto che documenti storici fanno ritenere che il Quadro Miracoloso fosse stato conservato fino al 1622 nella Stanza del Miracolo, in attesa che venissero accertate le condizioni di sicurezza per la sua traslazione nella nuova Chiesa, con la contestuale trasformazione della Stanza del Miracolo in “Sacrestia”. In occasione di questo solenne evento in data 5 agosto 1622, si stabilì di celebrare ogni anno in quel giorno l’annua solennità, come avviene ancora oggi. Negli anni successivi la nuova Chiesa è stata sicuramente abbellita ed arricchita con importanti opere pittoriche, quali importanti dipinti del famoso pittore Sangiovannese del ‘600 Carlo Ceresa. Queste opere sono ora presenti nel nuovo Santuario costruito nella seconda metà del ‘700; importante annotare che due grandi dipinti del citato Ceresa sono ora collocati sugli Altari laterali del nuovo Santuario, e che quindi il progetto di quest’ultimo sia stato redatto “su misura” in previsione dello spostamento dei dipinti dalla prima Chiesa al nuovo Santuario. Con questa nuova Chiesa, crebbe ancora più la devozione che annoverava la presenza di pellegrini convenuti da tutti i paesi della Valle ed anche oltre; nella seconda metà del ‘700 venne quindi la decisione di costruire un nuovo Santuario ancora più grande, quello attualmente in uso.

 

La prima pietra di questo Santuario è posata il 28 maggio del 1765 ; i lavori vennero terminati nel 1782. Quest’ultima si sviluppa sul lato ovest della prima Cappella e della torre campanaria costruita contestualmente alla prima Chiesa come sopra detto. Con la costruzione del nuovo Santuario si realizza anche la Sacrestia che, collocata precedentemente nella Stanza del Miracolo, risultava scomoda anche per via della scala molto ripida. Il Santuario è stato realizzato, a differenza delle prime due costruzioni, su progetto anche se non se ne individua l’autore; ha infatti una originale forma ellittica e presenta una serie di colonne simmetriche sui due lati, abbellite da capitelli in stile corinzio, che sostengono un cornicione da cui si sviluppa la volta; il Presbiterio ha forma semicircolare delimitato dal colonnato con sovrastante cornicione. La superficie utile della Chiesa è di circa mq. 150, oltre al Presbiterio che misura all’incirca mq. 30. Nel tempo, il Santuario ha mantenuto le caratteristiche originarie, un ingresso principale in lato ovest e due ingressi laterali sui lati nord e sud. All’esterno è stato realizzato un muro che delimita la pertinenza, con collegamenti sul portico della prima Chiesa ad est e con la strada pedonale che scende a San Giovanni Bianco. Nel corso degli ultimi decenni si annovera la rimozione della balaustra che delimitava il Presbiterio alla sommità dei gradini, che era utilizzata per la distribuzione dei Santi Sacramenti e per il tradizionale “bacio della Reliquia”; i fedeli si inginocchiavano sul gradino più alto della scala di accesso al Presbiterio.

 

 

Negli anni ’80 si è eseguito il restauro interno degli stucchi e delle decorazioni su pareti e soffitti, oltre a qualche lavoro di manutenzione sulla copertura e la pavimentazione dei camminamenti esterni. Non è dato di conoscere esattamente la tempistica, ma dopo la costruzione dell’attuale Santuario la Chiesa cinquecentesca in lato est è stata oggetto di pesanti interventi di trasformazione. Si sono realizzati solai intermedi per ricavarne tre piani utilizzabili (terra primo e secondo) oltre ad un sottotetto in parte utilizzabile. Una muratura centrale in senso est-ovest, divide in due parti la fabbrica; la parte sud è stata trasformata in abitazione per il Cappellano addetto al Santuario, mentre la parte nord è divenuta la residenza di Suore che, fino agli anni ’70, hanno curato la logistica del Santuario. Le due porzioni abitative sono servite da due vani scala diversi, quella del Cappellano con ingresso in lato sud sulla piazza e quella delle Suore con ingresso dal porticato in lato nord, in prossimità della torre campanaria. Le due unità abitative sono collegate internamente con il Santuario attraverso un’apertura che porta dapprima nella Cappella del 1492 e quindi nel compendio di sacrestia. Al piano terra dell’unità abitativa nord vi è un ampio salone con ingresso indipendente dal lato est (vecchio ingresso della Chiesa del ‘500), con ogni probabilità utilizzato originariamente dalla Suore come refettorio.

 

 

Il complesso abitativo versa ora in condizioni di abbandono e necessiterebbe di ristrutturazione. Potrebbe essere recuperato per una sua razionale utilizzazione come centro di accoglienza di pellegrini e gruppi di preghiera, colonia estiva per gruppi oratoriali, ritiri spirituali connessi con l’attività liturgica o altro. Opportunamente sistemato, potrebbe ospitare fino a 30/35 presenze di soggiorno e pernottamento, con idoneo spazio di cucina e refezione. Il presente documento è stato redatto attingendo a notizie storiche rilevate dall’archivio della Curia Vescovile di Bergamo, dall’archivio Parrocchiale, dal libro “San Giovanni Bianco e le sue contrade” scritto dal Prof. Tarcisio Salvetti e pubblicato negli anni ’90, da notizie tramandate dalla tradizione popolare, da ricordi (più recenti) del relatore.

 

 

LA FRAZIONE COLLE SAN GALLO INFORMAZIONI SAN GIOVANNI BIANCO

 

 

 

 

Informazioni Turistiche, Commerciali, Realtà e Tradizioni presenti sul Territorio Comunale:

 

HOME PAESE San Giovanni Bianco ARTICOLI San Giovanni Bianco ITINERARI San Giovanni Bianco EVENTI  San Giovanni Bianco NEGOZI San Giovanni Bianco MANGIARE San Giovanni Bianco DORMIRE San Giovanni Bianco LOCALI San Giovanni Bianco SERVIZI San Giovanni Bianco AZIENDE San Giovanni Bianco CASE San Giovanni Bianco SCUOLE San Giovanni Bianco ASSOCIAZIONI San Giovanni Bianco ARTISTI San Giovanni Bianco WEB CAM San Giovanni Bianco VIDEO San Giovanni Bianco

Santuario della Beata Vergine della Costa
via Santuario Nord
24015 San Giovanni Bianco,
Bergamo

Don Diego Ongaro: 3407022879

Casa Parrocchiale San Giovanni Bianco: 0345-41021

E-mail Parrocchiale: sangallosanpietro@gmail.com

 Referente presso il Santuario: Michela 0345/41137

E-mail sito: info@Santuario

Pubblicato in Chiese BERGAMO, Chiese San Giovanni Bianco, Chiese Valle Brembana, ITINERARI BERGAMO, ITINERARI PROVINCIA BERGAMO, LUOGHI di CULTO BERGAMO, LUOGHI di CULTO San Giovanni Bianco, LUOGHI di CULTO Valle Brembana, PROVINCIA di BERGAMO, San Giovanni Bianco cosa visitare, Santuari BERGAMO, Santuari San Giovanni Bianco, Santuari Valle Brembana e VALLE BREMBANA Cosa Visitare

Taggato inSan Giovanni Bianco

SPONSOR di San Giovanni Bianco – Vuoi sostenere la pagina del tuo comune?

INFORMAZIONI

AgriturismoIl Posto delle Fragole – San Giovanni Bianco Negozi San Giovanni BiancoAziende San Giovanni BiancoServizi San Giovanni BiancoLocali San Giovanni BiancoRistoranti San Giovanni BiancoPizzerie San Giovanni BiancoItinerari San Giovanni BiancoPaese San Giovanni BiancoComune San Giovanni BiancoDove andare San Giovanni BiancoInformazioni San Giovanni BiancoNotizie San Giovanni Bianco Info San Giovanni Bianco Storia San Giovanni BiancoPersonaggi San Giovanni Bianco Numeri Utili San Giovanni Bianco Curiosità San Giovanni Bianco Popolazione San Giovanni Bianco Frazioni San Giovanni Bianco Vivere San Giovanni Bianco Informazioni Turistiche San Giovanni Bianco San Giovanni Bianco Comune San Giovanni Bianco Informazioni San Giovanni Bianco Paese San Giovanni Bianco Fotografie Immagini San Giovanni BiancoSan Giovanni Bianco FotografieFoto San Giovanni BiancoEventi San Giovanni BiancoScuole San Giovanni BiancoAssociazioni San Giovanni BiancoHotel San Giovanni BiancoDove Dormire San Giovanni BiancoOggi San Giovanni BiancoDove Mangiare San Giovanni Bianco

Altri Itinerari da vedere qui:

Santuario Madonna delle Lacrime – Treviglio

Santuario della Madonna delle Lacrime, Via Fratelli Galliari, Treviglio, BG, Italia

Santuario Madonna delle Lacrime – Treviglio Il Santuario, edificato tra il 1594 ed il 1619 per volere della Comunità trevigliese, è un costante richiamo al culto mariano…

Castello di Valverde – Bergamo

Via Maironi Giovanni da Ponte, 3, 24123 Bergamo, BG, Italia

Il Castello di Valverde – Bergamo Città Le origini del Castello di Valverde sono davvero antichissime, infatti le prime tracce della sua esistenza risalgono addirittura al X…Leggi tutto

Rifugio Madonna delle Nevi – Mezzoldo

Località Riva Rifugio Madonna delle Nevi Mezzoldo Bergamo

Il Rifugio Madonna delle Nevi – Mezzoldo Valle Brembana Immerso nelle splendide montagne e lussureggianti pinete, il Rifugio Madonna delle Nevi a Mezzoldo è un luogo speciale con cornice…Leggi tutto