DESCRIZIONE
Monastero della Santissima Trinità – Serina
Il monastero della S.S. Trinità (1643-1675) E’ un ampia e bella costruzione del settecento di cui un benefattore Serinese, Giov. Pietro Tiraboschi Bombello, volle dotare Serina e destinarla alle monache Domenicane di clausura. All’interno ci sono due bei chiostri con portici. La chiesa, dedicata alla S.S. Trinità come il Monastero, e’ a croce latina; la navata, fino al transetto, e’ bassa perchè nella parte superiore e’ stato ricavato un coro, ad un altro coro si eccede da due porte ai lati dell’altare maggiore.
Dagli ampi finestroni sotto la cupola sono illuminati l’Altare maggiore e due cappelle laterali, una dedicata alla Madonna del Rosario, l’altra a San Carlo Borromeo, patrono della Contrada Maurizio dove sorge il Monastero. La chiesa e’ ornata di stucchi eseguiti in tempi diversi; quelli che coprono i sottarchi, rappresentano i fiori piu’ umili dei prati: le margherite; in esse l’artista volle forse simboleggiare le umili fanciulle di Serina e della Valle per le quali il generoso benefattore costruì e doto’ il Monastero ed affermare che dalle preghiere e dai sacrifici delle Vergini consacrate a Dio e’ sostenuta la Chiesa.
Dipinti: All’altare maggiore: “La S.S. Trinità” tela di Palma il Giovane (1544-1628). L’Eterno Padre, in alto, maestoso e severo, presenta, confitto sulla Croce il Cristo sulla cui testa si libra la Colomba luminosa, simbolo dello Spirito Santo. Il centro del quadro e’ occupato dal Cristo, figura tragica le cui forme risaltano ancor piu’ sul fondo tenebroso, rotto da due testine di angeli che baciano i piedi di Gesu’ ed altri due angeli, ai lati del Crocefisso, uno che si copre il volto inorridito e l’altro che alza gli occhi lacrimosi al volto di Gesu’.
All’altare della Madonna del Rosario: “Madonna col Bambino, S. Domenico e Santa Teresa; L’eterno Padre e angeli musicanti, tela di Carlo Ceresa ? (1609-1679). All’altare di S. Carlo: “San Carlo Borromeo, San Francesco, La madonna ed altri Santi” di Giovanni Carobbio di Nembro (1691-1752). Nel 1747 moriva l’arciprete pievano Mons. Giovanni Sandri, tenace responsabile ecclesiastico del convento. Dopo la sua morte, in tutta la Pievania iniziarono disordini e vertenze definite dal temutissimo Consiglio dei X.
E fu così che nell’anno 1752 le monache di clausura di Serina si trovarono in condizione di doversi affidare a qualcuno che difendesse il loro monastero da ogni sopraffazione. Cercarono aiuto a Venezia e lo trovarono nella persona del potentissimo cavalier Andrea Diedo al quale scrissero così: “Ricorriamo noi povere religiose supplicando genuflesse che si degni di intraprendere la protezione del nostro Monastero…”.
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