DESCRIZIONE
Valle del Goglio – Valgoglio
Il nome del paese deriva dalla valle in cui esso è inserito, la quale a sua volta deve il nome al torrente che la bagna. Il Goglio, che sfocia nel fiume Serio nel territorio di Gromo, etimologicamente deriva da goi, che in dialetto bergamasco sta ad indicare un corso d’acqua con gole e forre profonde.
Nasce da alcuni laghi delle Alpi Orobie: il Lago Sucotto, il Lago di Aviasco, il lago Nero ed il lago Cernello e confluisce dopo 7 km da destra nel Serio a Gromo, in Val Seriana[1]. Il corso del torrente è compreso nei comuni di Valgoglio, dal quale prende il nome, e Gromo, e a est del suo letto sono state posate dall’Enel delle condotte dell’acqua non interrate.
Torrente Goglio in località Pranzera di Gromo
Nella parte bassa il torrente scorre attraverso un bosco mentre, più a nord, la vegetazione che lo circonda è composta prevalentemente da erba e fiori e il terreno dove scorre è molto scosceso.
Dal XIV fino al XVIII secolo le sue acque furono la forza idraulica per il funzionamento delle fucine, collegate con seriole e chiuse poste lungo il suo corso, per la forgiatura delle armi bianche, dalla località Colarete.
Il 1º novembre 1666 una frana staccatasi dal monte Cima Bani, rovinò nel torrente che esondando con il suo carico di massi e piante, distrusse le fucine e quanto era presente sul percorso, spostandone anche l’alveo.
Dal 1200 si rilevano documenti che parlano di miniere d’oro sui monti dell’alta Val Seriana, ma è del 1972 la notizia che lungo il corso della Val del Goglio si siano recuperate pagliuzze d’oro, quella che un tempo era considerata una favola divenne una realtà.
Questa notizia ha porta il turismo domenicale dei ricercato d’oro attrezzati di pala e setaccio a cercar fortuna lungo il greto del torrente
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La Valgoglio dà il suo nome (o lo riceve) dal centro di Valgoglio (900m). Cade su Gromo da Nord-Ovest, andamento che grossomodo mantiene fino a circa 1800m, dove gira decisamente ad Ovest, infilando ben cinque (o sei) laghi artificiali, che culminano con il lago di Aviasco, a 2070m, sovrastato dal passo di Aviasco (2289m), che la collega con la val Brembana, con la conca dei laghi Gemelli, altrettanto ricca di laghi, e quella del rif. Calvi, pure di laghi costellata.
Oltre al lago di Aviasco abbiamo i laghi Sucotto (1854m), Cernello (1958m), Nero (2008m), Campelli Alto e Basso (2046m-2000m), e altri minori sparsi al di sotto e al di sopra. Due rifugi: il Baita Cernello ed il Lago Nero (b.ta Canali), oltre ad un bellissimo bivacco, la capanna Giulia Maria, testimoniano la popolarità della zona.
Tre cime offrono possibilità di ascesa in quota: i monti Pradella (2619m), il Cabianca (2601m) ed il Madonnino (2501m).
Il passo di Aviasco (attraverso la valle dei Frati) ed il passo della Portula (2278m) consentono un giro ad anello nell’alta val Brembana, dove sorge il rif.Calvi (2015m) (possibile fermata intermedia).
Accesso: da Valgoglio si supera il paese e, dopo una curva cieca a destra, si trova un bivio in salita a destra, che porta alla località Bortolotti (1146m). Qui si trova (se siete fortunati) da parcheggiare (nelle righe, o sono multe!), Altrimenti, poco più in basso, privato a pagamento. Da Bortolotti si sale ancora un pezzo per strada asfaltata, fino ad una bella villa, dove si entra nel bosco e si sale, con alterne vicende, per percorso ben segnato, seguendo pressapoco il corso della condotta d’acqua delle dighe, fino ad un grande spiazzo a 1800m circondato da edifici ENEL. Vi sono alternative varie di salita, che troverete da soli, tornando altre volte.