Tomba dei Polacchi – Rota d’Imagna

La “Tomba dei Polacchi”, a Rota Imagna, rappresenta un luogo ricco di fascino ed enigmi. In questa grotta vennero fatte notevoli scoperte di carattere archeologico a seguito di alcune campagne di scavo che portarono a formulare l’ipotesi che la grotta fosse stata, nell’antica età del bronzo, un frequentato luogo di culto in cui venivano venerate le divinità delle acque. I reperti, tra cui oggetti in metallo e osso, un rasoio quadrangolare di bronzo, un vaso situliforme e abbondanti frammenti ceramici, sono conservati presso il Museo Archeologcio di Bergamo.

Il ritrovamento di utensili presso la grande stalagmite che si innalza sul fondo della grotta ha sollevato molteplici ipotesi e non pochi interrogativi. Vasi, scodelle, lame in bronzo con decorazioni, pendagli d’osso. Quello che pare certo è che la grotta fosse utilizzata per pratiche di culto, probabilmente quello dedicato alle acque. A sostenere questa tesi è l’abbondante stillicidio e la presenza di colate stalagmitiche.

La grotta è una delle tante che si possono trovare in Valle Imagna, uno dei territori più ricchi di fenomeni carsici della provincia bergamasca. Sono circa 250 quelle conosciute, numerosi i fenomeni di concrezionamento, i ritrovamenti paleontologici e archeologici. Gli oggetti rinvenuti nella “Grotta dei Polacchi” sono conservati presso il Museo Archeologico di Bergamo.

Una caverna dove sono stati rinvenuti manufatti di metallo e osso, un rasoio quadrangolare di bronzo, frammenti ceramici, oggetti che ci fanno pensare che, nell’età del bronzo, fosse un luogo di culto dove venivano venerate le divinità delle acque. Essere catapultati in epoche remote, in ambienti misteriosi, come le grotte, dove i nostri antenati praticavano rituali propiziatori, per esprimere sentimenti di sottomissione o di esaltazione dei fenomeni naturali. Graffiti, incisioni, pitture, sistemi grazie ai quali l’uomo preistorico cercava di mettersi in contatto con il sacro, con l’arcano.

Il Comune è attualmente diviso in due frazioni, composte da ben 28 contrade: le frazioni sono Rota Dentro e Rota Fuori che, fino alla loro unione nel 1927, rimasero due Comuni ben distinti, con i propri governatori e le rispettive parrocchie. Il toponimo “Rota” pare avere molteplici significati; secondo alcuni deriverebbe dalla voce latina “rupta”, inteso come una via aperta tra ostacoli. Ci sono però altre ipotesi, che farebbero risalire il significato dal lemma longobardo “Rothar”, che significa “persona rossa di pelo”, ad indicare la presenza di questa stirpe nei territori.

Un’altra interpretazione si riferirebbe alla ruota, elemento che fra le altre cose è compreso anche nello stemma della famiglia Rota, originaria dei luoghi. I primi insediamenti umani a cui è possibile risalire sono databili all’età del bronzo, grazie al ritrovamento nella grotta dei Polacchi di frammenti scheletrici e suppellettili di un antico corredo funerario. Il paese vide sui propri territori diversi popoli, fra cui i celti, poi i longobardi e i franchi. Fino al 1240, Rota d’Imagna faceva parte del Comune di Lemine, distaccandosene e diventando poi un Comune autonomo.

La sua presenza si iniziava a fare comunque più forte ben prima, in epoca medievale, tanto da essere citato in alcuni documenti ufficiali per la prima volta nell’anno 1151. Come altri paesi della Valle Imagna, anche i suoi territori furono colpiti dai cruenti scontri fra guelfi e ghibellini, che imperversavano fra la Valle Imagna e la vicina Valle Brembilla. Tali scontri portarono gli abitanti a costruire castelli e fortificazioni in tutti i territori, Rota compresa.

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Se desideri visitarla, puoi contattare la Pro Loco di Rota d’Imagna per tutte le informazioni in merito a visite e orari.

Pro-loco di Rota D’ Imagna
Via Tomba dei Polacchi 4
per info TEL. 3929612606

info@proloco-rotaimagna.org

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