DESCRIZIONE
Santuario Madonna del Castello – Almenno San Salvatore Valle Imagna
Il Santuario della Madonna del Castello è, in realtà, un complesso monumentale, costituito da tre chiese di diverse epoche: sono stati edificati in successione, rispetto al sagrato attuale, il santuario di Santa Maria di Castello del XVI secolo, la chiesa della Pieve di San Salvatore della fine del IX secolo e, sotto questa, una cripta del VII-VIII secolo. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare, composto da una sola navata, a sua volta divisa in quattro campate da tre archi gotici. L’altare maggiore, addossato alla facciata dell’antica chiesa plebana, è sovrastato da uno splendido tempietto rinascimentale a pianta ottagonale, dei primi decenni del ‘500, con balaustra e otto colonne in marmo, che reggono archi decorati con figure di Patriarchi e di Profeti. Più in alto, sul tamburo ottagonale sono affrescate le Sibille, forse opera dell’artista Andrea Previtali.
Il tempietto è dipinto anche internamente con episodi della Vita della Madonna, attribuibili al pittore Antonio Boselli. Sull’altare è posto l’affresco miracoloso di datazione romanica, che rappresenta la Vergine in piedi con in braccio Gesù Bambino. Il dipinto, del quale furono ritoccati i visi agli inizi del ‘900, é stato oggetto di un restauro che lo ha riportato ai tratti originari. Attorno a questa immagine, nel XVI secolo, sono stati dipinti angeli musicanti e scene dell’Adorazione dei Magi, a sinistra, e la Madonna con Gesù bambino e San Giovannino, a destra.
Sopra il tempietto, sulla parete di fondo del santuario, è raffigurata l’Incoronazione della Vergine. A destra è possibile vedere, entro una serie di riquadri, alcuni episodi della Vita di Cristo del XVI secolo: questa decorazione é interrotta e in parte nascosta dalla cassa dell’organo, che fu inserita verso la metà del Settecento, e dagli stucchi della cappella laterale destra. Anche la parete di sinistra avrebbe dovuto essere decorata con affreschi, ma mancarono i fondi per completare l’opera.
Agli inizi del XVII secolo si provvede a creare nella seconda campata due cappelle, dedicate rispettivamente a San Giovanni Battista e a San Carlo Barromeo con nuovi altari, stucchi e quadri realizzati dal pittore Gian Paolo Cavagna. Due altari più antichi si trovavano inizialmente sulla parete di fondo ai lati del tempietto. La facciata é liscia di linee cinquecentesche, con copertura a capanna. All’inizio vi si accedeva attraverso il portale centrale con timpano e semicolonne, sulla cui architrave compare la dedicazione latina: ECCE REGINA MUNDI, ossia Ecco la Regina del mondo, seguita dall’anno di realizzazione 1578. Nel secolo scorso furono aperte ai lati altre due porte d’accesso.
La Cripta
Accediamo alla chiesa plebana, o Pieve di San Salvatore, attraverso una porta situata alla destra del tempietto posto in corrispondenza dell’altare del Santuario; da qui, attraverso due scalette che si trovano nelle navate laterali, è possibile raggiungere il piano di calpestio dell’antica cappella palatina. Agli inizi del X secolo, dopo le dominazioni longobarda e franca, la corte di Almenno passa sotto il dominio dei Conti di Lecco, che decidono di fortificare tutta l’area attorno al loro palazzo, cingendola di mura. La fortificazione interessa anche la cappella che si trovava sul perimetro delle mura, causandone la trasformazione: la cappella diventa cripta e sopra di essa viene realizzata una nuova chiesa che visiteremo poi più in dettaglio.
La cripta è lontana dalle tipologie di una struttura longobarda: si tratta di un edificio a pianta rettangolare, diviso a metà da una fila di 4 colonne che sostengono la copertura a volte irregolari a crociera. Si può notare che tre dei quattro capitelli sono elementi di recupero di epoca romana. In origine questa zona era illuminata da tre strette finestrelle, quella centrale murata dietro l’affresco della Crocifissione, mentre i due “oculi” che si notano sulla parete est, sono stati realizzati nel 1702. Il pavimento è dei primi decenni del 1600, così come la decorazione barocca della cripta e l’altare con tela di Andrea Zambelli (1614), che era dedicato alla Visitazione.
Attualmente il dipinto è stato rimosso perchè si è preferito lasciare in vista un affresco di Cristo Crocefisso tra la Madonna e San Giovanni, risalente al XIV secolo. L’affresco reca la scritta latina: “Mariae Virginis et Sanctae Crucis Continet …” perché in questo luogo si conservava una colomba metallica contenente le reliquie della Vergine e della croce. Rispetto all’altare, sulla parete di destra sono ancora visibili alcuni affreschi rappresentanti San Bartolomeo, Santo Stefano e l’Annunciazione del XIV secolo.
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