DESCRIZIONE
Palazzo Pretorio – Vilminore di Scalve
Il Palazzo Pretorio è il simbolo della ricca storia della Val di Scalve. Oggi, come al tempo della sua costruzione, il Palazzo è sede della Comunità Montana di Scalve.
A partire dall’anno 1000 fino alla fine del XVIII secolo, la valle fu governata dalla Comunità Grande di Scalve, composta dai rappresentanti delle vicinie (gruppi di famiglie). In aggiunta, il Podestà amministrava la giustizia, ma proveniva da fuori valle, in modo da garantirne l’imparzialità.
Il 9 gennaio 1375 i rappresentanti di tutte le famiglie della valle si riunirono nell’antica Pieve di Scalve e deliberarono la costruzione di una casa prospiciente la Piazza del Malconsiglio da adibire a nuova residenza del Podestà. Sembra che il nome della piazza derivi da “mael”, il termine longobardo usato per indicare il luogo dove si svolgevano le assemblee.
Il primo nucleo del Palazzo Pretorio sorse in pochi anni e subì varie modifiche nel corso dei secoli. Nel 1563, il primo ampliamento incluse la costruzione di nuove prigioni, che sono un eloquente esempio della severità della giustizia dell’epoca. L’unica possibilità di contatto con l’esterno era una piccola finestrella sbarrata da doppie inferriate, attraverso cui il prigioniero riceveva la razione quotidiana.
Dall’entrata del Palazzo, per una scala in pietra, si accede allo stupendo salone delle udienze ultimato al termine del XVI secolo. Il salone ospita un monumentale camino e le sue pareti sono decorate da vari strati di affreschi che riportano gli stemmi di famiglia di alcuni di vari Podestà che governarono la valle.
L’ultimo ampliamento del Palazzo avvenne nel 1675, quando il Palazzo Pretorio arrivò a includere l’antichissimo porticato del “Malconsiglio”. Sulla facciata di questo palazzo si trova una lapide su cui si può leggere una frase che ha qualcosa di inquietante: “siste viator/ lege et disce / funest sub lapide / bannitorum capita reponuntur” (fermati viandante / leggi e impara / sotto questa lapide / vengono riposte le teste dei banditi)
Nella piazza principale di Vilminore ancora oggi c’è una lapide dove, in antichità, venivano poste le teste dei banditi. Il Podestà della Comunità di Scalve infatti, a differenza dei suoi “colleghi” dei territori vicini, non aveva solo il potere di amministrare la giurisdizione civile, ma poteva occuparsi anche di quella criminale, sempre applicando gli Statuti della Valle.
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