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Il Museo Donizettiano – Bergamo

STORIA DEL MUSEO
Il Museo, ospitato in quella che fu la Sala del Consiglio della Misericordia Maggiore di Bergamo, venne aperto al pubblico nel 1906, dopo che l’Ente benefico ebbe accolto due importanti donazioni: la preziosa raccolta di cimeli donizettiani della baronessa Giovanna Ginevra Rota Basoni Scotti, e gli arredi della stanza in cui il compositore bergamasco morì, di proprietà di Cristoforo Scotti che ospitò il musicista malato negli ultimi anni della sua vita.
La donazione seguì il grande successo tributato dalla cittadinanza alla mostra voluta per celebrare la nascita del compositore nel 1897 e fu vincolata dalla famiglia Scotti alla fondazione di un Museo donizettiano. La nuova istituzione museale si poté attuare compiutamente grazie al deposito della ricca raccolta di cimeli e documenti di proprietà comunale, in gran parte conservate sino allora presso la civica biblioteca “Angelo Mai”.
Grazie all’infaticabile opera di ricerca e valorizzazione dei materiali conservati svolta dal primo longevo conservatore, il parmense Guido Zavadini, il patrimonio poté essere incrementato: particolarmente significativi il prezioso archivio e la stesura, nel 1936, del primo catalogo del museo.
Dalla fine del 2002 il Museo donizettiano è entrato nel circuito museale gestito dalla Fondazione Bergamo nella storia, creata con l’intento di salvaguardare e incentivare in modo nuovo l’importante patrimonio storico, culturale e artistico del territorio bergamasco. Il percorso comprende la Rocca, sede del Museo storico di Bergamo – sezione ‘800; l’ex convento di San Francesco; il Campanone; la Torre civica nel centro piacentiniano.

Il percorso di visita all’interno del Museo prevede diversi itinerari: numerosi dipinti (di Diotti, Villosi, Coghetti) ornano le pareti e consentono di proseguire la lettura della ritrattistica locale iniziata nell’atrio; gli strumenti musicali offrono un piccolo ma significativo spaccato dell’evoluzione nel corso del XIX secolo; testimonianze personali ripercorrono le vicende biografiche e artistiche di Gaetano Donizetti; documenti e rappresentazioni iconografiche ricostruiscono il contesto dei teatri, degli impresari, degli interpreti nel quale ha operato il compositore e nel quale si è consolidata la sua fama dopo la morte.Un breve itinerario di visita può dunque seguire la vita del maestro dalla nascita (nella prima vetrina si segnala il disegno su carta di Francesco Coghetti che ritrae i genitori del musicista), proseguendo con la stesura delle prime esercitazioni scolastiche scritte sino al 1815 sotto la guida del suo maestro Giovanni Simone Mayr (nella seconda vetrina se ne possono vedere gli autografi).


Tra gli strumenti musicali presenti si trovano lo splendido fortepiano Bosendorfer, acquistato da Donizetti nel 1844 per la baronessa Rota Basoni. Di grande valore storico e artistico anche il pianoforte a coda del musicista proveniente dalla casa della famiglia della moglie, Virginia Vasselli: sul coperchio è riportato un brano della lettera con la quale lo stesso Donizetti ne definiva la conservazione come luogo assoluto della memoria del suo operato: “Non vendere – scriveva – per qualunque prezzo quel pianoforte che racchiude tutta la mia vita artistica dal 1822 (…) là vi mormorano le Anne, le Marie, le Fauste, le Lucie (…)”.
Una terza sala è dedicata all’esposizione di altri strumenti musicali, tra questi: un fortepiano Kaspar Lorenz appartenuto a Giovanni Simone Mayr; due armonium ottocenteschi, un Fourneaux (uno dei primi prodotti) e un Graziano Tubi con un dispositivo elettromeccanico di registrazione su carta; un’intera raccolta di strumenti a fiato della prima metà dell’Ottocento, tra cui un clarinetto d’amore fabbricato da Lange di Torino; un violoncello piccolo appartenuto ad Alfredo Piatti.
Anna Bolena
Opera seria in due atti su libretto di Felice Romani, composta nel 1830. Esposti il libretto originale della prima rappresentazione al Teatro Carcano di Milano (26/12/1830), un bozzetto originale di scenografia (1830), l’avviso teatrale per la prima rappresentazione all’Imperiale Teatro di Corte di Porta Corinzia in Vienna (26/02/1833) e la riproduzione di una pagina della partitura autografa (1892)Elisir d’amore Opera buffa in due atti su libretto di Felice Romani, composta nel 1832. Esposti il libretto originale della prima rappresentazione al Teatro della Canobbiana di Milano (12/05/1832), tre bozzetti originali di scenografia (1832) e la riproduzione della partitura d’orchestra autografaMarin(o) Faliero Opera seria in tre atti su libretto di Giovanni Emanuele Bidera (con alcune modifiche di Agostino Ruffini), composta tra il 1834 e il 1835. Esposto il libretto per una rappresentazione al Teatro Comunale di Ferrara, primavera 1839Linda di Chamounix Opera semiseria in tre atti su libretto di Gaetano Rossi, composta tra il 1841 e il 1842. Esposti la riproduzione di una pagina della partitura autografa (1892) e una riduzione per canto e pianoforteLucia di Lammermoor Opera seria in tre atti su libretto di Salvatore Cammarano, composta nel 1835. Esposti la riproduzione della partitura d’orchestra autografa (1941), il libretto per una rappresentazione al Teatro Riccardi di Bergamo nell’estate del 1838 e il frontespizio della prima edizione francese dello spartito in riduzione per canto e pianoforteIl Pigmalione Opera in un atto, su libretto di autore ignoto, composta nel 1816. E’ la prima opera teatrale di Gaetano Donizetti, rappresentata postuma nel 1960 a Bergamo Enrico di Borgogna Zoraide di Granata L’ajo nell’imbarazzo Ugo, conte di Parigi Belisario Poliuto La fille du régiment Dom Sébastien, roi de Portugal |
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