Chiesa Parrocchiale di Sant’Ambrogio – Ornica

Fino alla metà del Quattrocento la comunità di Ornica non godeva di una propria autonomia, ma apparteneva alla parrocchia di Santa Brigida. A partire dall’inizio del Trecento, quando Ornica raggiunse una certa consistenza demografica, fu eretta, nel luogo dove sorge l’attuale chiesa parrocchiale, una piccola cappella dedicata a Sant’Ambrogio, alla quale era assegnato un cappellano. Compito del cappellano era celebrare la messa, confessare e comunicare i fedeli.

I battesimi, i matrimoni e i funerali avvenivano invece nella parrocchiale di Santa Brigida. Data la grande distanza da Santa Brigida, divenne sempre più viva l’esigenza di poter contare su un servizio religioso più regolare e completo. E così la comunità religiosa di Ornica ottenne di potersi costituire in parrocchia autonoma con decreto dell’Arcivescovo di Milano Gabriele Sforza il 26 luglio 1456. L’atto di fondazione della parrocchia di Ornica venne rogato da Giovanni de Giunchi, notaio e cancelliere della curia arcivescovile, il quale sancì le condizioni della separazione.

Gli abitanti e i loro eredi dovevano garantire, in perpetuo, l’offerta annuale alla chiesa madre, di due ceri, del peso di libbra piccola ciascuno; inoltre in occasione della festa patronale, il parroco di Santa Brigida aveva la facoltà di recarsi nella chiesa di Ornica per cantarvi la messa e celebrare i divini uffici, accolto con tutti gli onori dai parrocchiani. A reggere la parrocchia, non trovandosi un sacerdote della zona, venne chiamato Ludovico Giuliani di Novara, come risulta da una lettera inviata dal Borromeo alla comunità di Ornica, in data 22 febbraio 1567. La visita di San Carlo alla chiesa di Ornica ebbe luogo il 23 ottobre 1566. Il visitatore emanò decreti riguardo alla chiesa, ordinando di costruire un tabernacolo in legno dorato e il battistero. Nel 1575 arrivò ad Ornica il vescovo Girolamo Ragazzoni che stava compiendo la visita apostolica nella diocesi di Milano, mentre nell’agosto del 1582 ebbe luogo la seconda visita di San Carlo; una successiva visita pastorale ebbe luogo nel 1611, ad opera del cardinal Federico Borromeo, nipote di San Carlo.

La costruzione della nuova parrocchiale

Don Giacomo Pesenti, nativo di Olmo e parroco di Ornica per ben 57 anni, dal 1689 al 1746, fu un grande benefattore della parrocchia. A lui si devono la costruzione della casa parrocchiale, nel 1696, e il completo rifacimento della chiesa, ricostruita e ampliata nella stessa sede della precedente. Don Pesenti erogò gran parte del suo patrimonio privato nella costruzione della nuova chiesa, che venne avviata nel 1706, su progetto dell’architetto svizzero Antonio Bergio e venne completata in diverse tappe nei decenni successivi, per essere consacrata il 30 giugno 1754 dal cardinale Pozzobonelli, conservando l’antico titolo e il rito ambrosiano che portava da quando era sotto la diocesi di Milano. La prima fase dell’intervento terminò nel 1712 e la prima domenica di novembre dello stesso anno il parroco procedette alla benedizione dell’edificio.

La chiesa

Dell’antica chiesa gotica fu conservata solo la parte absidale a pianta poligonale e copertura a crociera, che è adibita a sagrestia. Questo fatto permise di salvare una bella serie di affreschi che ne ricoprono la volta a vela e che costituiscono una rara testimonianza dell’opera di Angelo Baschenis d’Averara, che li eseguì col figlio nel 1485. La chiesa è costituita da unica navata e da presbiterio rettangolare sopraelevato di tre gradini. Un alto campanile, con spigoli di pietra viva, svetta in direzione dell’ingresso del paese.

Sotto la diocesi di Bergamo

Un’altra tappa importante della storia religiosa di Ornica è il passaggio sotto la diocesi di Bergamo, avvenuta il 30 aprile 1787. Il distacco dall’arcidiocesi ambrosiana delle parrocchie situate in territorio bergamasco fu dovuto ad un accordo raggiunto nel 1784 tra il governo austriaco a quello veneto, al fine di far coincidere la giurisdizione civile dei rispettivi possedimenti con quella religiosa. L’accordo fu ben accolto dal Vescovo di Bergamo Gian Paolo Dolfin, di origini venete.

Al suo interno si conservano il polittico quattrocentesco attribuito alla bottega di Gian Battista Cima da Conegliano e una serie di affreschi  del 1485 nella sagrestia da Angelo Baschenis di Averara. Vanto della chiesa di Ornica è il Polittico di Sant’Ambrogio, opera cinquecentesca racchiusa nella sua cornice originale, pregevolmente intagliata e dorata, si suddivide in quattro registri e comprende ben quattordici tavole.

Opere d’arte della parrocchia

Lo splendido polittico della scuola di Cima da Conegliano e gli affreschi di Angelo Baschenis sono gioielli artistici della parrocchiale di Ornica che, però presenta anche altri elementi di grande interesse. Gli affreschi sono stati restaurati nel 1987 da Sandro Allegretti, sotto la supervisione della Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici di Milano e con finanziamento della parrocchia e della provincia di Bergamo. Il restauro ha riproposto in tutta la sua bellezza i dipinti che ora appaiono in perfetto stato di conservazione.

 

L’ex ossario

E’ degna di rispetto e di attenzione la costruzione dell’ossario, uno dei pochi ancora esistenti in Alta Valle. Ridotto a magazzino e a locale caldaia dopo gli anni Sessanta, con evidenti manomissioni delle facciate e degli interni, è meritevole di nota per la presenza di affreschi rappresentanti una danza macabra, ancora parzialmente visibile. Sul fronte dell’ossario, che chiude l’area del sagrato esterno al fronte della chiesa, è stata ricavata un’apertura, atta a consentire l’uso come box. A completamento delle manomissioni, è stata realizzata una soletta in laterocemento, oltre alla realizzazione di una nuova apertura di aerazione del locale caldaia.

L’edificio è stato fatto oggetto di meritevole e costruttiva critica da parte di molte persone, desiderose di ridare all’ex ossario rispetto e dignità. Nel 2005 sono iniziati interventi di restauro conservativo dell’intero immobile, grazie all’opera di volontari e del locale gruppo alpini. Sono riusciti a recuperare gran parte dell’immobile, oltre alla realizzazione di un locale interrato per la nuova centrale termica con l’eliminazione di tutte le opere eseguite negli anni precedenti incoerenti con l’immobile. L’accesso principale dell’ex ossario avviene attraverso due passaggi: l’uno parzialmente porticato in lato sud, l’altro in lato nord.

Per gli interventi sull’impianto elettrico è stata fatta la posa di faretti a luce diffusa per riflessione completa di linea elettrica ed opere connesse. Al fine di tutelare il basamento dell’ex ossario, è stato necessario realizzare un marciapiede con pavimentazione in pietra. La parte inferiore contiene tuttora le ossa dei defunti, mentre la parte superiore sarà adibita a cappella; è stata arredata con un discreto numero di banchi e con l’altare per la celebrazione. Il 9 luglio 2006, dopo la celebrazione della messa, alla presenza di autorità civili e religiose, il vescovo Roberto Amadei ha impartito la benedizione, inaugurando la nuova cappella.

Al termine della funzione religiosa il sindaco ha rivolto al vescovo il seguente discorso: Eccellenza reverendissima, cittadini di Ornica e voi tutti qui presenti! L’inaugurazione di quest’opera, recuperata alla sua originaria funzione, completa la sistemazione del complesso architettonico della chiesa di Sant’Ambrogio e pertinenze. Uno sforzo notevole fatto dal paese di Ornica per conservare ciò che i nostri padri ci hanno lasciato, uno sforzo che ha visto avvicendarsi numerose persone che, a titolo professionale o come volontari, hanno speso tempo ed energie per riportare questi edifici in buono e decoroso stato.

Specie nel recupero di questo ossario è stata positiva l’azione congiunta della istituzione civile e religiosa per raggiungere l’obiettivo della sistemazione, e l’azione congiunta di molte persone in parte qui residenti, in parte originarie di questo paese, in parte amici e villeggianti del nostro paese. Credo questo sia un segno di quale sia la strada da percorrere per salvaguardare non solo questo complesso, ma anche l’intero nostro paese di Ornica, minacciato di spopolamento, e l’intera nostra comunità, tentata da isolamento e frammentazione. Proprio perché non siamo i molti nel nostro paese, diventa sempre più necessario unire le nostre forze e i nostri intenti per raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo, per dare corpo alle speranze del futuro. Il traguardo raggiunto della inaugurazione di questo ossario ci serva da stimolo ad impegnarci nel comune sforzo di rendere Ornica n paese dove si vive bene per la bellezza della natura e delle costruzioni, ma specialmente per la capacità di accoglienza e impegno civile della popolazione”.

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