DESCRIZIONE
Chiesa Parrocchiale di Pietro e Paolo – Ponte San Pietro
Voluta da Antonio Begnis (1863-1922),e completata da don Giovanni Battista Lombardi (1883-1952), fu realizzata dagli ingegneri Elia (padre) e Dante (figlio) Fornoni dal 1913 al 1934 8anno della consacrazione).
Le chiese parrocchiali
Il 18 febbraio 1299 è attestata la presenza del primo parroco. Manfredino de Melioratis, negli ultimi anni del tredicesimo secolo, costruì un castello nell’attuale centro storico, insediamento distrutto probabilmente dai veneti agli inizi del ‘700. Parte dei materiali demoliti furono riutilizzati ampliare l’allora chiesa parrocchiale , che sarà sempre ricordata come “Chiesa Vecchia”.
Questo edificio ospita oggi uno splendido Diorama presepistico; opera di scultori provenienti da ogni parte del mondo, che richiama molti visitatori ogni anno. Le statue del sagrato ,scolpite negli anni 1745 e 1748, sono di A. Maria Pirovano, così come lo stemma del comune di Ponte San Pietro che reca la data del 1747.
All’interno si conservano tre tele di Giovanni Carobio il Vecchio (1691-1752), nel coro, una sant’Anna di Piero Roncelli (1560 circa-1620 circa) e i 15 Misteri del Santo Rosario di Luigi Galizzi (di cui tre sono di Selene Scuri e una di Enrico Scuri, suo suocero).
Le chiese parrocchiali del territorio comunale sono oggi tre: quella di santi Pietro e Paolo voluta da Antonio Begnis (1863-1922),e completata da don Giovanni Battista Lombardi (1883-1952), fu realizzata dagli ingegneri Elia (padre) e Dante (figlio) Fornoni dal 1913 al 1934 8anno della consacrazione); quella di sant’Antonino, consacrata nel 1902, nella frazione di Locate , infine la chiesa del Cuore Immacolato di Maria, eretta a parrocchiale nel 1972 presso il ‘Villaggio Caproni’, edificato dal 1934 al 1940.
Il diciasettesimo secolo fu contrassegnato da una grande calamità, la peste; il “memorando contagio”- come viene definito da Lorenzo Ghirardelli , portò alla morte il 63% della popolazione, morirono infatti 438 persone e se ne salvarono solo 256. La maggior parte dei cadaveri venne sepolta “ad baracas”, ossia nel cimitero allestito vicino al Lazzaretto, situato verosimilmente nella zona di Briolo. Nella terza decade del mese di giugno 1646 una disastrosa alluvione causò notevoli danni a persone e a cose. A fronteggiare la situazione, sul piano spirituale si mise in evidenza la figura di Don Costanzo Pizzoni a cui è dedicata una via nel quartiere di Briolo.
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Parrocchiale 035 611245