DESCRIZIONE
Cascina Tezzone – Terno d’Isola
Nella cosiddetta “Contrada Tezzone” e le “congreghe” nelle stanze “terranee” della “pubblica Cascina Tezzone del Salnitraro” presente tuttora in Via Trento.
Nei locali al piano terra di Cascina Tezzone, lungo il corso del XVIII secolo era attiva anche una Camera fiscale per la ripartizione e la riscossione delle gravezze, ossia le imposte dirette gravanti su tutto il territorio dell’Isola.
Una sorta di moderno Sostituto d’imposta costituito da notai, cancellieri, testimoni notabili e funzionari veneti, che era periodicamente assegnato ad esattori con il metodo dell’incanto lanciato dal Cancelliere di quadra, talvolta dallo stesso Sindaco generale, sulla vicina piazza di Terno.
Dal 1761, a governare le adunanze di quadra in Cascina Tezzone, sarà “Gio Pietro Carissimi attual Sindico e Tesorico Generale di questa Quadra d’Isola”.
L’Isola Bergamasca e l’eterna lotta tra potere laico e religioso al tempo della Repubblica di Venezia
Il 10 settembre 1769, una domenica, l’adunanza del Consiglio generale della Quadra dell’Isola avviene nella pomposità di una gran cerimonia che si svolge in Sala Grande della Cittadella di Bergamo, sede d’incontro delle massime autorità territoriali di Città, Piano e Valli. La convocazione in Città Alta degli amministratori dell’Isola, capeggiati dal sindaco generale Giovanni Moroni, accolti tra le autorità del Consiglio Maggiore e della Bina presenziata del magistrato provveditore “Gio Maria Allegri Cancellico del capitano Tomà Mocenigo Soranzo 1°”, ha lo scopo di istituire ufficialmente in Cascina Tezzone di Terno, affiancando all’esistente, altri “due depositi sopra li capitoli de Corpi Ecclesiastici luoghi Pij esistenti nel distretto della Quadra d’Isola in conformità dalli decreti dell’ill.mo Senato”.
Il Consiglio Cittadino e il Consiglio Territoriale, sotto la supervisione di rettori e cancellieri delegati, hanno solitamente il compito di ripartire i tributi, regolare gli affari civili, militari e finanziari.. Tuttavia, con l’adunanza della Quadra dell’Isola in città, ha finalità di eleggere, con il beneplacito dei magistrati del Consiglio Maggiore, anche i nuovi “Deputati del ministero all’oggetto della Camera eretta nel Comune di Terno della sudd. Quadra ove depositarsi lì Capitali dei Corpi Ecclesiastici e luoghi Pii”. Secondo una disposizione podestarile, nella Camera di Terno devono “essere preposte persone di vita, qualità, carattere, fede e requisiti voluti dalla Terminazione estesa dall’Ill.mo Zan Francesco Raspi”.
I nuovi responsabili della Camera fiscale della Quadra dell’isola, scelti tra i partecipi all’adunanza ed approvati con ballottaggio, sono: Giovanni Battista Mazzoleni di Terno e Antonio Borella di Brembate (Inferiore). Entrambi investiti ufficialmente della carica di “Deputati sopra insediati alle cause Pie”. Altri ballottaggi, di secondaria importanza per selezionare cassieri e cancellieri, si svolgono per potenziare l’apparato burocratico della Tesoreria dell’Isola.
L’adunanza in Città Alta è tuttavia l’ennesima risposta politico-amministrativa di uno Stato laico, seppur centralista, alle pretese medievali dello Stato pontificio. Papa Clemente XIII, rispondendo ai decreti emanati dal Duca di Parma per l’eterna lotta di una supremazia più economica che religiosa, ha da poco fatto ristampare e divulgare la bolla In coena Domini, accompagnandola con la consueta arma della scomunica per minacciare quelle istituzioni statali, o chi per loro, intendessero assoggettare i corpi ecclesiastici e luoghi pii alla tassazione generale. Il Senato repubblicano di Venezia, senza timori per gli effetti spirituali della scomunica, ma preoccupato per l’eventuale organizzazione ecclesiastica e reazione popolare, risponde riaffermando e rafforzando sul territorio d’ogni quadra di Terraferma, l’efficiente rete organizzativa per la tassazione capillare dei beni ecclesiastici.
Cosicché, anche il vicario plebano dell’Isola don Gerolamo Cavalli, sotto minaccia istituzionale di gravi sanzioni penali e civili, è convocato in Città Alta con tutti i parroci dell’Isola, al fine di garantire di non rendere pubblica sul territorio dell’isola, e di tutta la Serenissima Repubblica, la censurata Bolla papale; anzi di consegnare l’eventuale pubblicazione per mezzo stampa.
1) Giovanni Moroni di Ponte S. Pietro, coniugato con Maria Arrigoni, ebbe sette figli maschi, ai quali diede a tutti il nome Giovanni. Per specificare il nome di ognuno, furono battezzati con un secondo nome, iniziando con Giovanni Primo, poi Giovanni Secondo e così via. Probabilmente, quest’ultimo, sarà il futuro e ultimo sindaco dell’Isola indicato da Bortolo Belotti. 2) Zan Francesco Raspi fu il capitano che resse il territorio di Bergamo dal 1767 al 1768.
3) A.S.B. Atti del notaio Pietro Carissimi.
4) L’antica bolla “In Cena del Signore”, che aveva origini nel Cinquecento, ripresentata e pubblicata platealmente da papa Clemente XIII il Giovedì santo del 1768, era una forma di supremazia pontificia sugli stati nazionali. La laica Serenissima, gelosissima della propria autonomia, rispose vietando di conservarla, stamparla o di esporla pubblicamente in chiesa. Nel maggio 1769 il capitano Tomà Mocenigo Soranzo, ordinò a tutti i parroci della diocesi di Bergamo, sotto minaccia di “pubblica indignazione e di maggiori castighi”, di presentarsi in Cancelleria e di consegnare tutte le copie della bolla papale.”.
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