Chiesa di Sant’Alessandro (ex) – Adrara San Martino

Il complesso religioso di S. Alessandro, posto ai piedi del monte Canzano lungo la via che collega Viadanica e Adrara San Martino, costituisce un buon esempio della qualità progettuale e costruttiva del romanico bergamasco, pur per un’istituzione legata alle esigenze di piccoli insediamenti sparsi per la valle. La struttura più antica sussiste in parte della facciata e del fianco nord della chiesa, per un’aula corta e stretta che la muratura, affine a quella primitiva di S. Vincenzo alla Torre a Trescore (Zonca 1986) e non priva di intonaco originario, colloca in età preromanica. Alla metà del secolo XI risale la torre campanaria addossata all’angolo nord-est, privata dell’intonaco (anche medievale?) nel corso del restauro del 1987 e stratificata nei piani superiori, forse a causa di un crollo. Il portale con architrave triangolare e spalle a dentelli, aperto in rottura e poi tamponato, risale al radicale ampliamento del complesso che la tessitura in conci ben sbozzati e commessi colloca nella prima metà del secolo XII. La chiesa fu sopraelevata, allargata verso sud, allungata verso est e conclusa da un emiciclo che trova molte affinità nel romanico bergamasco e bresciano. Le tre monofore sono dotate di arco monolitico come in S. Giulia a Bonate Sotto, S. Fermo a Grignano, S. Bartolomeo a Marne, S. Zeno e S. Cipriano a Lonato, S. Faustino a Botticino Mattina, S. Giorgio a Brescia.

Chiesa di S. Alessandro (ex) Adrara San Martino (BG)

Chiesa di S. Alessandro (ex) Adrara San Martino (BG)

Il decoro murario non prevede lesene e archetti, ma una semplice cornice sottogronda, come in S. Cassiano a Trescore, S. Giorgio a Zandobbio, S. Martino a Brusaporto, S. Benedetto di Vallalta ad Albino, S. Pietro in Vincoli a Spinone al Lago. All’interno l’emiciclo è inquadrato da un accurato arco a doppia ghiera, frequente nel romanico maturo e ben esemplificato in S. Giulia a Lesina.
Contestualmente ai lavori alla chiesa, a causa dell’installarsi o della crescita della comunità canonicale, fu elevata l’attigua struttura a pianta rettangolare e due livelli, ben leggibile lungo i perimetrali tranne che per il lato sud, dove più hanno inciso le esigenze della corte rustica. Collegata alla chiesa mediante un coevo muro di cinta, la canonica mostra numerose stratificazioni, anche molto antiche e non sempre ben interpretabili. Le buche pontaie subito sotto la linea di falda indicano una maggiore altezza originaria (un ulteriore livello?), mentre la morfologia delle primitive aperture del fianco est e nord, analoghe al portale del campanile, ricorre in diversi casi di edilizia religiosa e civile di XII secolo fra Bergamasca e Bresciano: palazzetti di Calepio e di Gorlago, canoniche di Tremosine e di Ome, S. Martino (ora cascina) a Cazzago, S. Zeno a Lonato.

Chiesa di S. Alessandro (ex) Adrara San Martino

Chiesa di S. Alessandro (ex) Adrara San Martino

Notizie storiche

La pionieristica stratigrafia degli alzati condotta nel 1987 da F. Macario e A. Zonca, nonché il suo aggiornamento coordinato da D. Gallina per l’associazione Oasi del Basso Sebino (Gallina 2009), offrono preziosi strumenti per inquadrare il monumento.
Quale istituzione, S. Alessandro è attestata dal tardo xi secolo, comparendo in una vertenza che concerne una vigna di sua pertinenza (Sala 1990), ma alla metà del secolo successivo risulta non ancora sottoposta alla pieve di Calepio (Chiodi 1960). La partecipazione del presbitero di “Sancti Alexandri de Canzanica” al sinodo bergamasco del 1304 è spia della presenza di un clero regolare, richiesto dalla scarsa accessibilità della valle e suggerito dalla cosiddetta canonica a lato della chiesa.
La progressiva perdita di centralità di S. Alessandro, a favore della più comoda S. Antonio a Viadanica, ha preservato da radicali stravolgimenti la struttura romanica, relativamente leggibile nonostante stratificazioni e recenti manomissioni a uso rustico.

All’avanzato secolo XII, suggerito dalla più evoluta tecnica litica, dovrebbe risalire l’ambiente addossato al fianco nord della chiesa, a filo con la facciata e già suddiviso in due livelli mediante impalcato ligneo: sempre che la stretta apertura comunicante (larga solo 55 cm) fosse un portale, si può presumere che il piano inferiore servisse da sacrestia. Nel tardo xiv secolo, nella testata est della canonica furono aperti due portali tamponando quelli originari con il materiale ricavato dalla breccia. La quota del nuovo portale inferiore e lo sterro delle fondazioni della presunta sacrestia indicano un abbassamento della quota d’uso, forse per raccordarsi con l’area antistante la chiesa, contestualmente occupata da un portico. Al secolo xv risalgono i dipinti murali esterni e la Maiestas Domini, ma romanici dovrebbero essere gli ornati geometrici delle due nicchie liturgiche dello zoccolo. Nel secolo XVI fu addossato al perimetrale sud un ulteriore portico, poi trasformato in cappella, così come quello di facciata in vestibolo (sopra l’ingresso è inciso “1697”), mentre al fianco sud fu addossata un’ulteriore cappella, poi sopraelevata. Alla prima metà del secolo XIX risale il vano che prolunga verso nord il vestibolo. Restauri strutturali e pittorici si sono succeduti nella seconda metà del Novecento (1967, 1987, 1993).

Configurazione strutturale: La struttura, di impianto romanico a navata unica, presenta un’abside curva in pietra e decorazioni ad affresco risalenti al XIV secolo. Fa parte di un complesso costituito da chiesa con campanile, cimitero e casa parrocchiale.

Epoca di costruzione: sec. XI – sec. XII

Un cenno merita l’edificio a sud della strada, che nel corpo meridionale evidenzia una tessitura muraria ed aperture databili fra i secoli XIV e XV, e che in un divisorio interno sembra rivelare i resti di una precedente struttura romanica.

Uso attuale: intero bene: chiesa

Uso storico: intero bene: chiesa

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Tra i luoghi di culto più antichi della Val Calepio, la chiesa romanica di S. Alessandro in Canzanica (Comune di Adrara S. Martino, Parrocchia di Viadanica) risale al IX secolo e fu la chiesa parrocchiale della valle del fiume Guerna. Un tempo ricchissima di affreschi trecenteschi, oggi purtroppo perduti, conserva alcuni dipinti del XVI secolo, un Cristo pantocratore all’interno dell’abside, una figura di Santo Vescovo lungo una parete e una Madonna sull’unico, semplice, altare. Le nude pareti emanano un’intensa spiritualità, evidenziata dalle semplici ed armoniose linee romaniche dell’edificio, a navata unica e con abside in pietra, che ha ottenuto, grazie alla sua antichità, la qualifica di monumento nazionale.Per visitarla contattare la Pro Loco di Sarnico.

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